La neoplasia prostatica è il tumore maligno più frequente nel sesso maschile e la seconda causa di morte per tumore nell’uomo, dopo la neoplasia polmonare.
La fascia di età più colpita sono gli uomini al di sopra dei 65 anni, con un picco di incidenza tra i 72 ed i 74 anni; resta invece un tumore molto raro prima dei 45 anni.
La malattia è asintomatica nella maggior parte dei casi e la sua diagnosi è più frequentemente incidentale.
Per tale motivo ha assunto ormai una certa rilevanza lo screening per neoplasia prostatica basato sulla misurazione del PSA (l’Antigene Prostatico Specifico, misurato nel sangue) e sull’esplorazione rettale. L’ecografia transrettale è integrata nell’iter diagnostico ed ha il limite di non consentire la visualizzazione delle neoplasie nella porzione anteriore della ghiandola, più lontane dalla sonda ecografica transrettale.
L’esame del sangue del PSA (prostate specific antigen) spesso risulta aumentato in presenza di neoplasia prostatica.
Persistenti valori di PSA elevato portano l’urologo a sospettare la presenza di una neoplasia prostatica, che può essere diagnosticata diversamente tramite una biopsia della prostata.
Nell’iter diagnostico di questa neoplasia, negli ultimi anni, si è inserita la Risonanza Magnetica della prostata che, con l’evoluzione tecnologica delle macchine, è divenuta sempre più precisa e dettagliata nelle informazioni che fornisce sulla ghiandola prostatica, tanto da permettere la visione ottimale del tumore.
Eseguita da personale con ampia esperienza di RM multiparametrica prostatica, il tumore può essere diagnosticato con un’accuratezza superiore al 90%.
Le macchine di ultima generazione, completamente digitali, permettono l’esecuzione dell’esame senza la bobina endorettale che veniva sempre utilizzata in passato, nelle macchine RM analogiche, per avere il dettaglio d’immagine necessario alla diagnosi.
Quindi l’esame RM della prostata è attualmente totalmente non invasivo e senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti.
Le macchine RM utilizzate nei centri diagnostici del gruppo Brugnoni sono tutte ad alto campo e completamente digitali e permettono l’esecuzione dell’esame della prostata in maniera ottimale.
La diretta conseguenza dell’uso della RM nell’iter diagnostico del tumore prostatico è la possibilità di eseguire biopsie RM-guidate.
La metodica che viene utilizzata è quella cosiddetta “in bore”: una tecnica approvata dal 2010 negli Stati Uniti e che in Europa si pratica dal 2012. Consiste nell’ effettuare uno, massimo due, prelievi mirati sulla neoplasia prostatica visibile con la RM, sotto guida diretta della RM, con il paziente nel tubo (in bore), con l’ausilio di un’apparecchiatura aggiuntiva semirobotica.
Presso il Centro Medico la Quintana questa procedura viene eseguita dal Radiologo Dr. Francesco Osimani, che vanta un’esperienza importante in questo campo dato che dal 2015 ha refertato più di 1000 Risonanze Multiparametriche della prostata ed ha effettuato, dal 2016, più di 100 biopsie RM-guidate all’anno.
La metodica Biopsia prostatica RM-in bore è la più precisa esistente per la biopsia mirata nella ghiandola prostatica perché permette la contemporanea visione della neoplasia e dell’ago da biopsia.
Questa tecnica di prelievo è mininvasiva in quanto vengono eseguiti normalmente solo due prelievi (fino a massimo 4).
Si gestisce in regime ambulatoriale.
E’ veloce: la procedura dura circa 30 minuti.
E’ totalmente indolore tanto che non si esegue nemmeno un’anestesia locale.
E’ sicura: perché un minor numero di prelievi significa minor numero di complicanze (prostatiti, sanguinamenti…).
Per avere quindi la certezza assoluta che nella prostata ci sia il cancro, dopo una RM multiparametrica molto sospetta (classificazione secondo PIRADS da 3 a 5), si deve procedere con una biopsia RM-guidata.
Tale metodica si avvale della macchina di Risonanza Magnetica e di un’apparecchiatura parzialmente robotica per il posizionamento dell’ago da prelievo precisamente nella lesione bersaglio (definita biopsia RM-guidata in bore).
L’esame dura circa 30 minuti, in cui il paziente viene messo sul lettino della RM a pancia sotto con una sonda rettale di diametro di 10mm che porta l’ago da biopsia e che viene indirizzata nella regione bersaglio. Alla fine del puntamento si eseguono i prelievi nella regione sospetta.